mercoledì 14 dicembre 2011

“...Sono i due termini contrapposti di artificiale/naturale su cui sta lavorando Barone, con lo scopo di fondere l’uno nell’altro. Ricava delle forme modulari di legno, addizionabili all’infinito, che poi lavora su una superficie piana, manipolandole con vernici all’acqua, lucido per scarpe dotato di una spugna tampone, processi di tecniche indirette (incisione, decorazione ceramica, ebanisteria), con pettini per capelli, pialla orbitale, porporina (qualcosa di simile lo utilizza ancheFontana in alcuni Concetti spaziali), etichette fosforescenti per prezzare le merci, led luminosi, sulla base delle sensazioni profondamenteintroiettate delle mareggiate di fine estate, il vento che investe la sua casa-studio nella campagna sublacense…”

Dal testo ‘L’Atlante di Eclario’ di Francesca Romana Morelli

docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.